Perché è importante prestare attenzione ai segnali emotivi e comportamentali
Ogni bambino e adolescente attraversa fasi di crescita caratterizzate da cambiamenti emotivi e comportamentali. Molti di questi fanno parte di un percorso naturale e non devono destare preoccupazione. Tuttavia, a volte, alcuni segnali di allarme possono indicare che il ragazzo o la ragazza sta vivendo un disagio più profondo, che potrebbe richiedere l’attenzione di un adulto o di un professionista.
Sapere quali campanelli d’allarme osservare permette a genitori, insegnanti ed educatori di intervenire in tempi rapidi, offrendo un sostegno adeguato. Non si tratta di giudicare o “etichettare” i ragazzi, ma di riconoscere quando il loro benessere emotivo merita più attenzione.
I cambiamenti emotivi da non ignorare
Uno dei primi ambiti da osservare è quello delle emozioni, legato ai comportamenti che possiamo notare nel quotidiano. Cerchiamo di fornire alcuni esempi:
- Ansia persistente: se un bambino o un adolescente manifesta paure e preoccupazioni continue che limitano le sue attività quotidiane (ad esempio rifiuta di andare a scuola, teme costantemente giudizi o fallimenti), potrebbe esserci un disagio da approfondire.
- Tristezza duratura: un calo dell’umore può capitare, ma quando la tristezza diventa costante e sembra togliere piacere a ogni attività, è importante prestare attenzione.
- Irritabilità e rabbia frequente: non è raro che nella fascia dell’adolescenza e della pre-adolescenza ci siano conflitti o momenti di tensione, ma se l’irritabilità diventa l’emozione prevalente e si manifesta con esplosioni di rabbia o insofferenza costante, vale la pena chiedersi se sia un segnale di sofferenza interiore.
Difficoltà relazionali e sociali
Le relazioni con i propri pari rappresentano un indicatore prezioso del benessere psicologico di una persona, a maggior ragione nell’età dell’infanzia e dell’adolescenza. Ecco alcune situazioni che possono fornirci una cartina tornasole importante:
- Isolamento sociale: un bambino che tende a isolarsi, a rifiutare la compagnia dei coetanei o a chiudersi in se stesso, potrebbe nascondere fragilità che meritano ascolto.
- Conflitti frequenti: litigi e incomprensioni fanno parte della crescita, ma se diventano la norma e il ragazzo sembra incapace di gestire rapporti continuativi ed equilibrati, è un segnale da non sottovalutare.
- Difficoltà a mantenere amicizie: se il bambino fatica a costruire legami o li interrompe bruscamente senza apparente motivo, questo può indicare insicurezze profonde o difficoltà emotive.
L’importanza della scuola e degli insegnati/educatori
La scuola è un luogo privilegiato per osservare cambiamenti nel comportamento dei ragazzi ed è fondamentale che la scuola comprenda questo suo ruolo, diventando un supporto importante alle genitorialità. Ma quali sono i segnali di allarme che un educatore o un insegnate può recepire?
- Calo improvviso dei voti: se un alunno che di solito ha buoni risultati comincia a peggiorare senza ragioni evidenti, può essere un segnale di disagio.
- Perdita di interesse per lo studio: mancanza di motivazione, disinteresse verso materie un tempo amate o rifiuto di svolgere i compiti possono essere campanelli d’allarme.
- Difficoltà di concentrazione: un calo dell’attenzione persistente, che va oltre le normali distrazioni tipiche dell’età, può indicare che il ragazzo è assorbito da pensieri o emozioni che lo disturbano.
- Isolamento dai compagni: quando un bambino tende ad isolarsi e ad evitare i momenti di socialità in classe o nei momenti di svago, è importante approfondire la motivazione di tale comportamento.
Gli insegnanti e gli educatori trascorrono ovviamente molte ore con i ragazzi e possono osservare dinamiche che sfuggono ai genitori. Il loro contributo è prezioso non solo nell’osservazione, ma anche nella comunicazione con le famiglie. Una segnalazione rispettosa e attenta può favorire un dialogo costruttivo, evitando di colpevolizzare e puntando piuttosto sull’obiettivo comune: il benessere del ragazzo.
Segnali di allarme
A prescindere che ci si trovi in famiglia a scuola o in altri ambiti di socialità, alcuni comportamenti meritano un’attenzione immediata.
- Aggressività: esplosioni di rabbia fuori controllo, episodi di violenza verbale o fisica verso sé stessi o gli altri.
- Passività: mancanza di interesse verso qualsiasi tipologia di stimolo e tristezza costante che accompagna tutte le attività del quotidiano.
- Autolesionismo: tagli, bruciature o altri atti intenzionali di danneggiamento del corpo sono segnali chiari che richiedono un aiuto professionale senza indugi.
- Cambiamenti drastici nello stile di vita: improvvise variazioni nelle abitudini alimentari o del sonno, ritiro da attività abituali, uso di sostanze, possono indicare che il giovane sta vivendo un periodo di forte vulnerabilità.
Quando rivolgersi a uno psicologo
Un segnale isolato non sempre è motivo di preoccupazione. Ciò che conta è fare attenzione alla frequenza, alla durata e all’impatto che ha sulla vita quotidiana del bambino e dell’adolescente. In generale, è utile rivolgersi a uno psicologo per una prima valutazione quando si nota i seguenti segnali di allarme:
- i cambiamenti emotivi o comportamentali persistono per settimane o mesi;
- le difficoltà interferiscono con la scuola, le relazioni o la vita familiare;
- il ragazzo mostra comportamenti di allarme, come autolesionismo o ritiro sociale marcato;
- genitori o insegnanti si sentono in difficoltà nel comprendere o gestire la situazione.
Uno psicologo non interviene per “curare un problema” nel senso comune del termine, ma per offrire ascolto, strumenti di comprensione e supporto. Spesso bastano pochi incontri per fare chiarezza e aiutare il ragazzo (e la famiglia) a ritrovare un nuovo equilibrio.
Chiedere aiuto senza paura o stigma
Rivolgersi a uno psicologo non significa aver sbagliato o aver fallito. Al contrario, è un atto di responsabilità e di cura. Ogni famiglia può attraversare momenti di difficoltà: chiedere un aiuto professionale è il modo migliore per affrontarli senza sentirsi soli.
Prestare attenzione ai segnali significa ascoltare veramente i nostri cari. Con il giusto supporto, bambini e adolescenti possono superare le difficoltà. Crescere più consapevoli di sé e delle proprie emozioni significa imparare a costruire relazioni sane e soddisfacenti.